Oggi vi parlerò di un insetto polifago diffuso in Europa: il
Cossus Cossus, detto anche rodilegno rosso, che è un lepidottero appartenente
alla famiglia Cossidae.
Come il nome fa facilmente intuire questo lepidottero, o
meglio le sue larve, che generalmente depone alla base del fusto o delle grosse
branche, producono una serie di danni più o meno seri a livello degli organi
legnosi della pianta scavando delle lunghe gallerie.
Quando le uova si schiudono le larve presentano un
comportamento gregario e così iniziano a scavare delle gallerie nella corteccia
e successivamente nel legno essendo per natura xilofaghe e così facendo possono
intaccare una gran numero di piante, sia da frutto come Pomacee e Drupacee,
comportandosi in questo modo da fitofago primario oppure piante forestali o
ancora piante di interesse ornamentale già debilitate agendo in questo caso da
fitofago secondario.
In ogni caso provocano molti danni dal momento che
distruggendo il legno viene a mancare il sostegno alla pianta, che può anche
deperire a causa delle difficoltà che la linfa impiega per circolare
all’interno dei tessuti colpiti, inoltre, nelle piante giovani le gallerie
scavate dalle larve possono anche portare alla rottura della branca che non
riesce più a sostenere il suo stesso peso.
Se l’infestazione larvale è giunta ad uno stadio avanzato è
possibile notare anche dei consistenti danni a livello della corteccia, che
presenterebbe dei fori di uscita, usati dalle larve quando lasciano il legno
per formare un bozzolo esterno dentro il quale compiono la metamorfosi per
diventare degli adulti, e degli sgretolamenti, a cui pianta tenta di porre
rimedio.
Le gallerie scavate dalle larve non sono tuttavia l’unico
fattore che potrebbe portare una pianta al deperimento dal momento che i tunnel
rappresentano di fatto una ferita, da cui possono penetrare altri agenti
patogeni, come muffe e funghi che potrebbero attaccare il legno a loro volta
portando alla formazione di cancri e/o carie o dando il via libera
all’insediamento di altri parassiti (sesidi).
CICLO VITALE
Il rodilegno rosso ha una durata di vita di circa 3 anni
durante i quali si riproduce nel periodo estivo quando compaiono gli adulti a
partire dalla terza decade di maggio e raggiungendo il picco di sfarfallamento
tra luglio ed agosto, mesi in cui l’accoppiamento raggiunge la sua massima
attività anche se bisogna tener conto che l’intervallo di sfarfallamento è
frammentario e questo rende più complesso intervenire in modo efficacie per
contrastare la diffusione del lepidottero.
Le femmine adulte possono deporre fino ad 800 uova brune/grigiastre, di circa 1-1,5mm, tra
gli anfratti della corteccia alla base delle piante oppure in prossimità della
giunzione di grosse branche con il fusto principale, appena nate le larve
presentano un comportamento gregario e già dopo 10gg circa iniziano a scavare
lunghe gallerie attraverso lo xilema del tronco o dei rami ed è proprio qui che
passeranno il loro primo inverno.
Se la pianta attaccata è ancora giovane si potranno notare
delle protuberanze e dei rigonfiamenti nella zona danneggiata, da cui può
fuoriuscire un fluido nerastro di consistenza mucillaginosa, composto dalla
linfa alterata, dai residui delle rosure e dai cataboliti prodotti dalle larve,
segni che la pianta sta cercando di reagire ai danni che gli sono stati
provocati.
A partire dalla primavera del 2° anno le larve riprendono il
loro sviluppo, continuando a crescere fino a raggiungere gli 8-9cm (80-90mm),
presentano 8 paia di zampe, di cui 3 toraciche, un colore rosato e la testa
scusa e solo dopo aver passato un altro inverno allo stadio larvale assumono la
caratteristica colorazione rossastro-violacea raggiungendo il pieno sviluppo
durante estate del 3° anno.
Scavano quindi per raggiungere la superficie ed una volta
creata una via d’uscita formano un bozzolo entro il quale si rinchiudono, da
quel momento passeranno circa 20-30gg prima che gli adulti possano finalmente
uscire dall’involucro dove hanno acquisito la caratteristica forma a farfalla
tipica dei lepidotteri.
La forma adulta presenta una colorazione violacea a livello
della schiena mentre il corpo tende all’arancione (risultando molto simili al
rodilegno giallo) mentre le ali sono di un color grigio-bianco striato con
sottili venature brunastre che l’aiutano a confondersi con la corteccia.
Questi insetti presentano un’apertura alare di 7-10cm.
PREVENZIONE
I danni provocati dalle larve del Cossus Cossus sono gravi ed
ingenti, motivo per cui si cerca di contrastarli con svariati mezzi.
Uno dei metodi utilizzati prevede l’utilizzo di nematodi come
Feltiae, Carpocapsae e Neoaplectana (Steinernema)
da far entrare in contatto con le aree colpite spruzzandoli direttamente nelle
gallerie oppure applicandoli su dei batuffoli di cotone che verranno poi
apposti all’ingresso delle gallerie stesse in modo che questi organismi
vermiformi inizino a cacciare le larve presenti nelle gallerie.
Si sta provando anche ad impiegare dei funghi entomopatogeni, come la Beauveria
bassiana che agisce attivamente nei confronti delle larve anche quando le
infestazioni si presentano a livello naturale.
Da ricordare che il Cossus Cossus possiede anche degli
antagonisti naturali come alcuni imenotteri parassitoidi e i Ditteri
Larvevoridi (gen. Phorocera) motivo per cui sarebbe meglio limitare il più
possibile l’uso di prodotti chimici che col passare del tempo potrebbero danneggiare
proprio questi utili antagonisti, oltre ai pronubi, finendo per creare un
ambiente ancor più favorevole allo sviluppo ed alla diffusione del Cossus.
Un altro metodo, e probabilmente il più utilizzato, è quello
di ricorrere a delle trappole sessuali, il cui n°/ha varia in base alla gravità
dell’infestazione, al clima ecc… da installare indicativamente nella prima metà
del mese di maggio, che grazie all’utilizzo di specifici ferormoni sessuali consente la cattura massale dei maschi, che
finendo nelle trappole non possono raggiungere le femmine e quindi fecondare le
uova e non potendo riprodursi la popolazione diminuirà. In generale il n° delle
trappole va dalle 5 alle 20 per ha.
Qualora ci si ritrovi a dover affrontare un’infestazione che
si presenta già in atto nei confronti di piante ornamentali di può anche
cercare di eliminare le larve utilizzando mezzi meccanici, come ad esempio dei
sottili fili di ferro che vengono fatti entrare nelle gallerie scavate dalle
larve con l’intento di infilzarle e quindi di asportarle manualmente dalla
pianta, oppure, ricorrere a mezzi chimici, come utilizzare degli insetticidi
allo stato di aerosol da iniettare nelle gallerie per uccidere le larve
chiudendo poi i fori provocati dalle larve con stucco. C’è da dire però che
questi metodi non sono sempre efficaci data la notevole difficoltà a
raggiungere le larve e comunque bisogna sempre considerare che anche riuscendo
ad eliminarle la pianta ha in ogni caso subito dei danni irreparabili, difatti,
sezionando un albero colpito da Cossus Cossus saranno evidenti le numerose
gallerie scavate dalle larve.
N.B: quando le larve attaccano piante da legno come il pioppo
ed il noce bisogna considerare un eventuale deprezzamento del legno dovuto per
l’appunto alla presenza delle gallerie che intaccano la qualità del prodotto.
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