Anzitutto, prima di parlare del metodo di produzione dello
zucchero, volevo darvi qualche informazione sulla pianta in sé e sulla sua
storia.
Saccharum officinarum, questo è il nome latino della canna da
zucchero detta anche cannamele, una pianta originaria della Nuova Guinea e la
cui coltivazione era molto redditizia prima dell'inizio del 19° secolo in cui
si è cominciato ad estrarre il famoso dolcificante anche dalle barbabietole da
zucchero attraverso processi industriali per soddisfare la maggiore richiesta
di questo prodotto che all’inizio era riservato a pochi. Oggigiorno invece la
cannamele è coltivata in svariate parti del globo, naturalmente dove il clima
lo permette, come in Asia, Africa, Australia ed in alcune zone della Spagna e
del Portogallo e ancor più ristrettamente in Sicilia.
Originariamente venne introdotta in Europa dagli arabi e la
sua coltivazione interessò dapprima la Spagna e successivamente la Sicilia,
approdando anche nelle Indie occidentali grazie ai Conquistadores spagnoli in
seguito alla scoperta delle Americhe.
Ed ora qualcuno di voi potrebbe chiedersi: ma quali sono i
fattori di cui necessita la canna da zucchero per poter essere coltivata con
successo?
In realtà sono molto semplici ed ora vi spiego perché, come
già detto la cannamela è una pianta originaria della Nuova Guinea ed è quindi
una pianta tropicale, proprio per questo motivo ha bisogno di un clima
caldo-umido ed una temperatura che non scenda sotto i 20° oltre ad una esposizione
in piena luce, questo perché altrimenti non riuscirebbe ad arrivare a
maturazione e di conseguenza non si potrebbe procedere alla raccolta dei culmi
( che sono la parte da cui si estrae la linfa zuccherina), inoltre ha bisogno
di un terreno di natura argillosa-silicea ed infine, un altro fattore
determinante sono le precipitazioni, queste devono essere abbondanti affinché
nel culmo possa accumularsi la maggior quantità di linfa possibile, perché
ricordiamolo, è proprio da questa che si otterrà lo zucchero in seguito alla
lavorazione.
Ed ora, un po' di botanica, che ci servirà a capire meglio
perché alcune operazioni che interessano la lavorazione della cannamela vengono
eseguite in un determinato modo.
Anzitutto i culmi sono molto simili alle canne di bambù e
come questi sono intervallati da una serie di nodi, inoltre sono molto coriacei
all’esterno e cavi all’interno, permettendo in questo modo l’accumulo della
linfa. Un’altra cosa da sapere è che questa pianta presenta una “radice”
particolare, detta rizoma, che altro non è che un fusto “modificato”, cioè che
si è trasformato per adempire ad una funzione estremamente specifica, in questo
caso di riserva. Il rizoma della canna da zucchero è coriaceo ed angoloso ed è
molto importante, quando si raccolgono i diversi culmi che si sviluppano da
esso, non spezzarli in malo modo ma separarli dal rizoma con un taglio netto,
permettendo in questo modo la crescita di altri culmi che in caso contrario non
avverrebbe.
La pianta infatti presenta un portamento cespuglioso ed è
un’erbacea perenne, dotata di lunghe foglie verdi lanceolate che si incastrano
sui nodi del culmo, avvolgendolo. Inoltre, a seconda della specie e della
varietà può avere diverse colorazioni: verde, giallo, rossastro e violaceo.
Il periodo della raccolta dei culmi coincide quasi con quello
di fioritura della pianta, che sviluppa delle infiorescenze chiamate
“pannocchie” che assomigliano molto alle spighe del frumento e che possono
arrivare anche a 90 cm di lunghezza. Infine, i culmi hanno generalmente un
diametro di 3-5 cm di diametro e possono arrivare a pesare anche 10kg.
Ed ora parliamo di come si lavorano i culmi della cannamela
per ricavarne lo zucchero.
La raccolta può essere effettuata manualmente o
meccanicamente, nel primo caso il culmo verrà reciso con un attrezzo da taglio
poco sopra la radice, mentre nel secondo caso questo procedimento verrà
eseguito da una macchina che effettuerà la stessa operazione ma su superfici
molto maggiori. In questo momento si può anche decidere di riprodurre la pianta
per talea, che generalmente viene prelevata dalla sommità del fusto, e messa a
dimora all’incirca ad un metro e mezzo rispetto alle altre piante.
Successivamente i culmi vengono privati della loro parte
esterna più coriacea grazie all’ausilio di un macchinario che “le sbuccia”
lasciando la polpa che viene sminuzzata per ricavarne il succo zuccherino,
ovviamente bisogna cercare di estrarre tutta la linfa possibile quindi le parti
già maciullate passano per svariate volte in una serie di rulli dentati che le
sminuzzano ulteriormente permettendo di ottenere così quello che viene definito
un “brodo leggero”. Il liquido zuccherino viene quindi filtrato e poi fatto
bollire in modo da farlo addensare fino a trasformarlo in un “brodo denso” e
solo a questo punto, quando la maggior parte della componente acquosa è
evaporata il composto viene spostato in larghi recipienti dove viene lasciato
raffreddare dove si cristallizza in zucchero.
Ovviamente, durante la lavorazione della cannamela tutte le
componenti erbacee che sono state separate dal brodo attraverso la filtratura
sono composte dai residui delle scorze e delle fibre e così facendo si ottiene
un sottoprodotto della lavorazione, chiamato “bagassa” che ha diversi utilizzi
come materia secondaria anche se molto spesso viene utilizzata come
combustibile negli stessi zuccherifici.
Continuando la lavorazione si può ottenere anche la melassa che
può essere bianca, quando lo zucchero viene sottoposto ad una sola ebollizione
in cui si separeranno le parti che cristallizzeranno in zucchero per ottenere
uno sciroppo dal gusto gradevole e dolce oppure, effettuando una seconda
ebollizione si ricaverà la melassa nera, che a differenza della precedente ha
un gusto più aromatico dato dal suo retrogusto leggermente amarognolo.
E come ultima cosa ricorderemo che dalla semplice
fermentazione dello zucchero si otterrà l’alcool che potrà poi essere adoperato
in svariate preparazioni alimentari oppure distillato per aumentarne la
concentrazione.
Spero che questa piccola ricerca possa avervi aiutato a
conoscere un po' meglio la cannamela e il mondo dello zucchero, inoltre
cercando queste informazioni mi è venuta voglia di scrivere un piccolo racconto
che vi metterò subito dopo e nel caso foste interessati a darci un’occhiata, vi
anticipo una buona lettura.
Ps: se qualcuno dovesse notare errori grammaticali, di
battitura, o incongruenze di qualsiasi tipo è ovviamente liberissimo di
scriverlo nei commenti, del resto le “critiche costruttive” sono sempre ben
accette e se usate nella maniera corretta possono aiutare una persona a
migliorare molto.
Grazie a tutti quelli che leggeranno e alla prossima ricerca
o storia ( od anche entrambe, tempo permettendo).
Mi incuriosisce molto il tuo blog, e spero di leggere presto di altri interessanti argomenti☺️
RispondiEliminagrazie mille, puoi sicuramente contarci!! difatti ho già in mente la prossima ricerca che posterò tra qualche giorno.
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